All’incontro di mercoledì sera, nella sala della Biblioteca cantonale di Locarno – ospiti Sabrina Caregnato e Andrea Bertagni – ci si è interrogati sul viaggio e il suo narrare, come mezzi che potrebbero aiutarci a frenare e cambiare rotta, per evitare il definitivo disastro ambientale

«Qui, e a piedi, in bicicletta, o coi mezzi pubblici, limitandoci alla Svizzera, il primo anno; il secondo, in auto o in treno verso un paese vicino, Austria, Francia, Germania, Italia, e si potrebbe persino raggiungere la Grecia, fin dove in somma si riesce ad arrivare; il terzo anno, un viaggio internazionale, con volo, per raggiungere volendo finanche l’Australia, magari restandoci almeno un mese, per girarla bene, e archiviare il Continente per il resto della vita. Poi si ricomincia con lo schema triennale. Questo potrebbe essere il nuovo modello del nostro viaggiare» così argomenta Claudio Visentin, professore storico e giornalista, come ultima ipotesi dei viaggi futuri sopportabili dall’ambiente.
La narrativa può aiutare a divulgare la portata del fenomeno (surriscaldamento ambientale, crisi climatica, estinzione, eccetera) con maggior capacità di persuasione rispetto al linguaggio scientifico inappuntabile di suo ma non sempre efficace come dovrebbe?
Si è parlato molto di viaggi, turismo, impatto ambientale, antiscienza e anche un po’ di letteratura, mercoledì sera, 17 agosto, nella bella sala della Biblioteca cantonale di Locarno, durante il terzo incontro (dedicato a «Viaggio ed ecologia») del ciclo «Letteratura in movimento», organizzato (grazie anche all’ideazione di Manuela Mazzi) nell’ambito dell’iniziativa letteraria «Chilometro zero» dalle Biblioteche cantonali. L’incontro, moderato dal direttore Stefano Vassere e introdotto da Claudio Visentin, ha avuto come ospiti due romanzieri della Svizzera di lingua italiana: Sabrina Caregnato e Andrea Bertagni.

L’autrice, giunta in Ticino da Ginevra con mezzi pubblici, non ha parlato di viaggi turistici, ma ha iniziato il suo intervento ricordando gli spostamenti migratori degli animali, lungo rotte – come per certi uccelli – percorse da addirittura 12mila anni.
Un flusso naturale continuo il cui equilibrio si è già in parte rotto: fattori antropici come l’urbanizzazione, il cambiamento climatico, l’inquinamento, i pesticidi, eccetera purtroppo stanno infatti modificando in fretta queste abitudini generando molti problemi. «Spesso il viaggio è una sfida – ha ricordato Sabrina Caregnato – per gli animali, sì, ma come sappiamo anche per milioni di persone, che si devono spostare per mettersi in fuga da ambienti resi ostili e invivibili, non importa se a causa di una guerra, di siccità o povertà, per trovare una vita migliore. Ma a rendere invivibile e ostile il nostro ambiente sono cause dipendenti proprio da quegli stessi fattori antropici, derivati dalla rinuncia al concetto di responsabilità sociale, che dovrebbe badare al bene comune di tutti, invece del bene proprio individuale». Irresponsabilità sociale e indifferenza sono i punti cruciali delle econarrazioni dell’autrice ginevrina, che ha scritto e in parte pubblicato diversi racconti in tema su alcune riviste letterarie.
Viaggio migratorio degli uomini e crisi climatica stanno anche alla base del romanzo La grande alluvione (Tralerighe) di Andrea Bertagni, che ha ricordato di averlo scritto prima che Greta Thunberg iniziasse la sua battaglia nel 2019, data che coincide invece proprio con l’uscita del suo libro; segno forse di una raggiunta maturazione della sensibilità sul tema, che quell’anno sembra aver generato una svolta di massa?

«Ambientato a Milano nel 2035-2050 – spiega Andrea Bertagni – ho immaginato un improvviso scioglimento dei poli, che ha generato, in questo futuro vicino, l’innalzamento dei mari di tutto il mondo, sebbene poi il mio sguardo si sia focalizzato in particolare su Milano; la metropoli a noi più vicina mi sembrava interessante e si prestava per descrivere un futuro che nel mio libro è distopico, vale a dire negativo, totalmente contrapposto all’utopia, dove ci si immagina un futuro positivo. È distopico più per necessità che per scelta, dato che corrisponde alla situazione. Detto altrimenti, mi sono orientato verso questo genere, che non è innovativo e nemmeno la fine del mondo in senso lato, perché è caratteristico e ben rappresentativo di una società in crisi che dovrà in futuro affrontare tali realtà. È come se di fatto, questo genere, richiamasse nei lettori un senso di responsabilità». Nella Milano della Grande alluvione, a prendere il sopravvento saranno i cosiddetti cittadini di serie B, arabi, africani e cinesi, molti che si salvano grazie al fatto di essere stati segregati, dalla mancanza di carte e diritti, in certi cunicoli dismessi della metropolitana. Quel che accadrà in seguito, la ricostruzione di una società altra e il confronto con gli ex abitanti sopravvissuti in minoranza, spingerà i lettori a riflettere su questo «immaginario catastrofico» che «non è certo il futuro che io spero sarà. Ho voluto unire il cambiamento climatico che è in atto con l’immigrazione, dato che secondo me sono due dei grossi problemi che abbiamo da risolvere».
Molti sono poi stati gli stimoli arrivati dal pubblico che ha movimentato la serata con domande, curiosità, e diverse considerazioni interessanti citando titoli di libri e di pellicole cinematografiche che già da anni cercano di sensibilizzare la popolazione su questi fondamentali temi, divulgando quel che meno riescono a fare gli scienziati; chiacchiere di spessore che si sono poi protratte anche nel dopo incontro, durante il ricco aperitivo offerto dalla Biblioteca.
Forse, tuttavia, ancora manca la Grande Opera narrativa che riuscirà in questo intento.

Il quarto e ultimo appuntamento del ciclo “Letteratura in movimento” avrà luogo alla Biblioteca cantonale di Bellinzona Martedì, 30 agosto, a partire dalle 18:30. L’incontro sarà dedicato a…
Il viaggio dell’artista
L’esperienza del viaggio è anche uno strumento di formazione artistica che serve ad acquisire esperienze sul campo e a generare creatività.
Basti pensare ad architetti famosi come Francesco Borromini che lasciò il natio Ticino per andare a imparare il mestiere in Italia oppure a Le Corbusier che partì a sua volta per il Grand tour, circa trecento anni dopo il collega. E c’è chi ai giorni nostri ricalca i percorsi di famosi architetti per scriverne o per riviverne l’esperienza.
Gli ospiti autori saranno: Dario Galimberti e Flavio Stroppini.
A introdurre la serata, che sarà moderata da Stefano Vassere, sarà invece Sabrina Caregnato.
Qui il programma completo: